Siedi davanti al fuoco, apri la prima pagina de “La ricerca del tempo perduto”, inizia a ricordare. Se non hai ricordi specifici, è consentito utilizzare quelli di Torquato. Inverno, periodo natalizio, luminarie montate tutto il giorno in una piazza del Basso Salento, lampadine dal numero imprecisato avvitate allo scheletro della cassarmonica, qualche incidente di percorso, relative imprecazioni soffocate in rispetto del santo patrono. Ritorno a casa, la mamma che attende con un piatto caldissimo, un sapore commovente che manco la madeleine di Proust.
Il resto della ricetta è praticamente fatto. Metti poca acqua a bollire in un pentolino, versaci dentro del pane avanzato, una foglia d’alloro e un pizzico di sale. Continua a cuocere il pane finché non avrà asciugato l’acqua, condiscilo con un filo d’olio crudo, mettilo in tavola fumante.
Il pancotto è una pietanza ottima per quando fuori è inverno, tiene lontano il raffreddore, scalda la pancia e fa sciogliere il cuore. Soprattutto se ti chiami Torquato e sei ormai un omone tutto d’un pezzo.